Il costume tradizionale aragonese è molto più di un semplice abito folkloristico. È memoria viva, identità culturale e simbolo di una terra che respira storia, devozione e usanze tramandate di generazione in generazione. Non si può capire l’Aragona senza le sue danze, senza la jota, senza la forza della sua gente… e nemmeno senza il suo costume tipico, che ha accompagnato contadini e pastori, ma anche i fedeli durante le Fiestas del Pilar, quando ogni anno la Vergine riceve un enorme tappeto di fiori incorniciato da migliaia di colori, tessuti e fazzoletti.
In questo articolo scopriremo la ricchezza del costume aragonese, ripercorrendone la storia, gli elementi più caratteristici, le curiosità meno note e, soprattutto, la sua dimensione spirituale e culturale come espressione di un popolo profondamente legato alla Vergine del Pilar e alla fede cattolica.
Le origini del costume aragonese
Il costume aragonese affonda le sue radici tra il XVIII e il XIX secolo, quando l’abbigliamento popolare rifletteva tanto la classe sociale quanto la provenienza geografica. Pastori, contadini, artigiani e mercanti si vestivano in modo diverso, ma tutti condividevano alcuni elementi comuni: tessuti resistenti per il lavoro, colori sobri per la quotidianità e dettagli più raffinati per le feste.
Col tempo questi abiti quotidiani si perfezionarono fino a diventare simboli di identità culturale, soprattutto quando la jota — il canto e la danza aragonesi per eccellenza — acquisì grande importanza nel XIX secolo. I ballerini avevano bisogno di vestiti non solo funzionali, ma anche rappresentativi e vistosi. Così nacque ciò che oggi conosciamo come costume aragonese.
È interessante notare che il costume non fu un’“invenzione folklorica” artificiale, bensì l’evoluzione naturale dell’abbigliamento rurale e urbano. Ciò che oggi vediamo nelle feste porta con sé secoli di tradizione tessile, costumi contadini e adattamenti sociali.
Il costume femminile: eleganza, forza e colore
Il costume femminile aragonese è di una bellezza inconfondibile. Si distingue per la sua eleganza sobria, ma è ricco di dettagli che raccontano storia e tradizione.
- La gonna o “saya”: ampia, generalmente di lana in inverno o di cotone in estate, dai colori vivaci come il rosso, il blu o il verde. Spesso è a righe o con motivi floreali.
- Il “refajo”: una sottogonna che dà volume e calore.
- Il grembiule: non solo funzionale, ma anche decorativo, spesso con ricami artigianali che rendono ogni pezzo unico.
- Il fazzoletto o lo scialle (“mantilla”/“mantón”): forse l’elemento più appariscente. Può essere di lana ricamata, seta o velluto, spesso con lunghe frange che si muovono al ritmo della jota.
- La camicia o blusa: di solito bianca, con pizzi o merletti alle maniche.
- L’acconciatura: raccolta in chignon tradizionali, talvolta ornata con pettini.
L’insieme trasmette forza, femminilità e orgoglio. Non è un caso che durante l’Offerta floreale alla Vergine del Pilar migliaia di donne aragonesi indossino questi abiti per onorare la Madre di Dio, vestendo così non solo il proprio corpo ma anche la propria fede.
Il costume maschile: sobrietà e carattere
Il costume maschile aragonese riflette la robustezza e la dignità dell’uomo aragonese. Anche se a prima vista può sembrare più semplice di quello femminile, è carico di personalità.
- La fascia (“faja”): elemento imprescindibile, lunga e dai colori vivaci, avvolta intorno alla vita per reggere i pantaloni.
- I pantaloni o “zaragüell”: larghi e al ginocchio, di lino o cotone.
- La camicia: bianca, di lino o cotone, talvolta con volant.
- Il gilet: ricamato o di velluto, con bottoni metallici.
- Il “cachirulo”: il tipico fazzoletto a quadri rossi e neri annodato attorno alla testa. È forse il simbolo più conosciuto non solo del costume, ma anche dell’identità aragonese stessa.
- Il mantello o la lunga fascia: indossati d’inverno o nelle occasioni solenni.
L’uomo vestito da baturro incarna la figura del contadino aragonese: forte e laborioso, ma anche devoto e orgoglioso della propria terra.
Il costume e la jota aragonese
Non si può parlare di costume senza menzionare la jota, la danza e il canto che meglio rappresentano l’anima aragonese. In ogni festa, il movimento delle gonne e degli scialli, insieme all’eleganza di gilet e fasce, fanno del costume il protagonista visivo della musica.
La jota, nata come canto popolare nelle piazze e nei campi, trovò nel costume regionale la sua compagna perfetta. L’abbigliamento non solo abbellisce, ma amplifica l’espressività della danza: frange che volano, colori che si intrecciano, il fazzoletto che si agita con forza… Tutto contribuisce a rendere ogni jota anche una mostra di cultura tessile.
Il costume regionale durante le Fiestas del Pilar
Il momento in cui il costume aragonese splende di più è senza dubbio durante le Fiestas del Pilar ogni ottobre a Saragozza.
L’Offerta floreale alla Vergine del Pilar è un evento unico al mondo: migliaia di persone provenienti da tutta l’Aragona e dall’estero indossano il costume tipico per deporre fiori ai piedi della Vergine. La piazza del Pilar si trasforma in un mosaico umano di colori, profumi e fede.
In quel momento il costume cessa di essere semplice folklore per diventare un atto di devozione. Ogni fiore, ogni fazzoletto, ogni scialle ricamato è espressione d’amore verso la Vergine. Il costume regionale diventa allora una preghiera di stoffa.
Curiosità poco note sul costume aragonese
- Il cachirulo non è sempre stato rosso e nero: sebbene oggi sia il più diffuso, in passato esistevano fazzoletti di molti colori e motivi, a seconda della regione e dell’occasione.
- I ricami erano un “linguaggio segreto”: alcune famiglie ricamavano simboli o iniziali su grembiuli e scialli come segno d’identità.
- Gli abiti da festa si ereditavano: erano pezzi pregiati, realizzati a mano, che passavano da madre a figlia o da padre a figlio come autentici tesori familiari.
- Influenze mudéjar: alcuni disegni tessili ricordano l’arte mudéjar aragonese, con geometrie e colori che evocano questa fusione culturale.
- Non esisteva un solo costume regionale: a seconda della zona (Huesca, Teruel, Saragozza) variavano colori, tagli e ornamenti.
Il costume aragonese oggi: identità e orgoglio
Ben lontano dall’appartenere al passato, il costume aragonese è vivo e in pieno vigore. Associazioni culturali, gruppi folklorici e confraternite lo mantengono presente in feste, pellegrinaggi e processioni.
Oggi molti giovani lo indossano con orgoglio durante l’Offerta floreale del Pilar, e sentono che vestendo il costume si connettono con la storia familiare e la fede dei propri antenati. Il costume regionale diventa così un ponte tra le generazioni, dove nonni, genitori e nipoti condividono tradizione e devozione.
Inoltre l’abbigliamento aragonese ha superato i confini. In città dell’America Latina come Buenos Aires o Città del Messico, le comunità aragonesi celebrano anch’esse l’Offerta floreale indossando il costume tradizionale, mantenendo viva la fiamma dell’identità lontano dalla terra d’origine.
Un costume che parla di fede
Al di là dell’aspetto culturale, il costume aragonese porta con sé un significato spirituale. Indossarlo in onore della Vergine del Pilar è un gesto d’amore e appartenenza. È come dire alla Madre di Dio: «Eccoci, con ciò che siamo, con le nostre radici, le nostre famiglie, il nostro popolo».
Ogni fazzoletto annodato, ogni scialle dispiegato, ogni fiore deposto è parte di una liturgia popolare che trasforma le strade in un tempio e la tradizione in preghiera.
Per questo il costume aragonese non è soltanto folklore. È cultura, storia, identità e fede. È l’Aragona, incarnata in tessuto, musica e devozione.
Conclusione
Il costume aragonese è un gioiello culturale che continua a vivere in ogni festa, in ogni jota e soprattutto in ogni Offerta floreale alla Vergine del Pilar. I suoi colori, le sue forme e la sua storia ci parlano di un popolo orgoglioso delle proprie radici e profondamente devoto alla sua Patrona.
Chi indossa il costume aragonese non onora solo gli antenati: esprime anche un legame indistruttibile con la propria terra e la propria fede. Perché in Aragona cultura e religione camminano insieme, e il costume regionale è la testimonianza visibile che le tradizioni, quando vissute con amore, non muoiono mai.