Visitare la Basilica di Nostra Signora del Pilar a Saragozza non significa semplicemente entrare in un tempio. È, in realtà, penetrare in un universo di arte, fede e cultura che pulsa da secoli al ritmo della devozione mariana. Sotto le sue cupole si intrecciano le preghiere dei pellegrini, gli echi della storia dell’Aragona e la grandezza di uno stile artistico che volle tradurre in pietra e stucco la più sublime esperienza umana: l’incontro con Dio.
In questo articolo ti propongo un viaggio diverso: decifrare il barocco che dà forma alla Basilica e comprendere come la sua architettura non sia una mera decorazione, ma un linguaggio visivo e spirituale che rende omaggio a Nostra Signora del Pilar, patrona dell’Aragona e dell’Ispanità.
Il Barocco: un’arte che parla al cuore
Per comprendere l’architettura della Basilica del Pilar, dobbiamo prima collocarci nel XVII e XVIII secolo, quando l’Europa vibrava di uno stile artistico esuberante: il barocco.
A differenza del Rinascimento, che cercava armonia e misura, il barocco era un’arte che voleva commuovere, emozionare e scuotere l’anima. Nacque nel contesto della Controriforma, quando la Chiesa cattolica cercava un’arte capace di parlare direttamente al popolo, di non lasciare nessuno indifferente e di rendere tangibile lo spirituale.
Il barocco è dramma, luce e ombra, movimento, grandiosità. Ma, soprattutto, è un’arte didattica e devozionale: ogni colonna tortile, ogni cupola dipinta, ogni gioco di luce ha uno scopo, e questo scopo è condurre il fedele alla contemplazione del divino.
La Basilica del Pilar: la casa barocca della Vergine
La tradizione racconta che nell’anno 40 d.C. la Vergine Maria, ancora in vita, apparve all’apostolo Giacomo sulle rive dell’Ebro per incoraggiarlo nella sua missione evangelizzatrice. Come testimonianza lasciò una colonna di diaspro – il “pilar” – sulla quale fu edificata una piccola cappella.
Col passare dei secoli, quella cappella divenne un tempio romanico, poi una chiesa gotica, fino a quando, in piena epoca barocca, fu eretta la maestosa Basilica del Pilar che conosciamo oggi. La sua costruzione iniziò nel XVII secolo e si concluse solo nel XVIII, con il contributo di grandi architetti come Felipe Sánchez, Francisco Herrera il Giovane e Ventura Rodríguez.
Ciò che la rende speciale è che non è un barocco eccessivamente carico o opprimente, ma un barocco spagnolo, con tratti tipicamente aragonesi: monumentale, luminoso e solenne.
L’emozione dello spazio: cupole che innalzano l’anima
Uno dei grandi linguaggi del barocco sono le cupole, e nella Basilica del Pilar troviamo un dispiegamento magistrale. Le undici cupole e quattro torri disegnano la silhouette inconfondibile del tempio sul cielo di Saragozza.
All’interno, le cupole non assolvono solo a una funzione strutturale, ma anche simbolica. Sono come cieli aperti che invitano il fedele ad alzare lo sguardo. Molte sono decorate con affreschi di artisti come Francisco de Goya, le cui pennellate nella cupola del Coreto e nella Regina Martyrum commuovono ancora oggi per la loro forza ed espressività.
Ogni cupola è un promemoria che la fede non è chiusura, ma apertura, e che la Vergine del Pilar accoglie tutti i suoi figli sotto il suo manto.
Luce e devozione: un percorso sensoriale
Il barocco gioca con la luce come un pittore con la sua tavolozza. Nella Basilica del Pilar, la luce naturale che entra dalle finestre accarezza i muri e l’altare, creando contrasti che sembrano uno spettacolo celestiale.
Ma anche l’architettura barocca del Pilar pensò alla luce interiore: quella dell’oro dei retabli, quella delle candele che ardono senza sosta, quella dello splendore che circonda la Santa Colonna. Tutto nel tempio è pensato per generare un’atmosfera di raccoglimento e ammirazione.
Curiosità poco nota: il camarín della Vergine, dove i fedeli possono avvicinarsi a baciare il Pilar, è esso stesso un gioiello barocco. Fu progettato come uno spazio intimo, quasi teatrale, dove il pellegrino vive un’esperienza di vicinanza con la Vergine, culmine del percorso visivo e spirituale che inizia varcando le porte del tempio.
Il retablo maggiore: catechesi in pietra e oro
Uno degli elementi più impressionanti del barocco è il retablo maggiore, opera di Damián Forment del XVI secolo, che pur essendo rinascimentale, fu perfettamente integrato nello spirito barocco del tempio.
Il retablo narra scene della vita della Vergine e di Cristo con un livello di dettaglio che ancora oggi sorprende. In un’epoca in cui la maggior parte del popolo non sapeva leggere, il retablo funzionava come una Bibbia aperta in immagini, catechizzando attraverso l’arte.
Il barocco voleva insegnare attraverso la bellezza, e nella Basilica del Pilar questa missione è compiuta in pieno.
Lo scopo devozionale: un’architettura che diventa preghiera
Al di là della tecnica, del disegno e della monumentalità, l’architettura barocca del Pilar ha un’intenzione chiara: essere strumento di devozione.
Ogni arco, ogni cupola, ogni altare è pensato perché il visitatore non solo contempli, ma preghi. È uno spazio che diventa prolungamento della preghiera del popolo aragonese alla sua Madre del Pilar.
Il barocco del Pilar non cerca una fredda ammirazione estetica, ma un’esperienza spirituale. E per questo, ancora oggi, il tempio è vivo: pieno di messe, pellegrinaggi, confessioni, canti e silenzi.
Curiosità poco conosciute
- Le bombe che non esplosero: Durante la Guerra Civile, tre bombe caddero sulla Basilica. Nessuna esplose. Oggi sono conservate in sacrestia, interpretate da molti fedeli come un segno della protezione della Vergine.
- La Vergine più piccola: L’immagine della Vergine del Pilar misura appena 36 centimetri, eppure la sua presenza ha ispirato intere cattedrali e la devozione di milioni di fedeli.
- Goya, devoto e artista: Il grande pittore aragonese lasciò parte del suo genio nel Pilar. I suoi affreschi, in uno stile più vicino al rococò, segnarono un cambiamento nella tradizione pittorica barocca.
La Vergine del Pilar: cuore spirituale dell’Aragona e dell’America ispanica
Tutto questo dispiegamento barocco non avrebbe senso senza di Lei: la Vergine del Pilar. La sua presenza rende la Basilica qualcosa di più di un tempio. È simbolo dell’identità aragonese, faro di fede per la Spagna e legame spirituale con l’America ispanica, dove milioni di devoti celebrano la sua festa ogni 12 ottobre.
Il barocco volle rendere visibile l’invisibile, e nel Pilar ci riuscì: avvolgere la Vergine in un’architettura che non solo la custodisce, ma la magnifica come Madre, Regina e Protettrice.
Conclusione: un viaggio che trasforma
Decifrare il barocco della Basilica del Pilar significa scoprire che l’architettura può essere una catechesi in pietra e luce. Significa sentire che l’arte, quando nasce dalla fede, non solo decora, ma guida, commuove e converte.
Il viaggio nel cuore del barocco che ci offre il Pilar non è solo una passeggiata culturale, ma anche spirituale. Lì, tra cupole, affreschi e retabli, pulsa la devozione di un intero popolo che, secolo dopo secolo, continua a venire a prostrarsi davanti alla Vergine – la stessa che, secondo la tradizione, accompagnò l’apostolo Giacomo e che oggi accompagna chiunque varchi le porte della sua Basilica.
Perché alla fine, la grandezza del barocco nel Pilar non sta solo nelle sue forme, ma nel suo messaggio: Dio si fa vicino, e la Vergine, dal suo Pilar, resta una colonna salda della nostra fede.